Dedica a Ferdinando de' Medici

Al Serenissimo
Ferdinando Medici
Cardinale
e Granduca di Toscana

Le innumerabili azioni, piene di generosa virtù, di tanti eroi dalla casa vostra, Serenissimo Granduca, prodotti al mondo, sì come hanno agli scrittori di vergare molte carte nobilissima occasione recata, così hanno somministrata ragguardevole materia a' pittori di colorire molte tavole, ed adornarne molte pareti; fra' quali Giorgio Vasari, mio zio, inanimato dal patrocinio della felice memoria del serenissimo vostro padre, numero quasi infinito nel regal palazzo di Vostra Altezza ne rappresentò; ed a fine che non solo a quelle persone, che a loro si trasferivono, fussero esposte, ma per comunicarle a tutto il mondo, principiò il presente disteso, contenente la storia di esse, ed il singolare valore degli autori loro, divisandolo in tre giornate, come che tre siano i luoghi principali nel vostro palazzo stati in particolare adornati dalla sua mano; e se morte non l'avessi astretto lasciare imperfetta quest'opera d'inchiostro, insieme con molte altre di colori l'arebbe mandata in luce.
Ora, perché questo suo onesto pensiero chiaramente mostra la devozione che portava alla serenissima vostra casa, ho deliberato, ponendoci l'ultima mano nel miglior modo ho potuto, eseguire il suo proponimento, con la diligenza parimente di M. Filippo Giunti, il quale ci si è affaticato per l'incredibile desiderio, ch'egli ha, di far cosa che possa esser gradita da Vostra Altezza, siccome verso la sua serenissima casa sempre hanno fatto i suoi maggiori. E tanto più in questo tempo che Vostra Altezza con reale magnificenza nuovamente accresce il suo bel palazzo; e così come ora vegghiamo dipinte le onorate imprese degli avoli vostri, e le vittorie e le corone del serenissimo vostro padre, così in questa nuova giunta vedremo la liberalità di Vostra Altezza verso i suoi cittadini, e la carità verso tutti, ritratte, e scompartite fra' più eccelsi e gloriosi sua fatti, degni d'eterna memoria.
Essendomi tuttavia cara questa occasione di darmi a conoscere a Vostra Altezza col dirizarli la presente opera, la qual cosa dovevo io fare sì per amore del suggetto che appartiene a Lei, sì ancora per cagione di me, che sono obbligato a dedicarli tutto il corso della mia vita, la quale dall'esempio di Giorgio mio zio, e di Pietro mio padre, deve naturalmente essere instituita a servirla; e se per altra maniera non potrò ciò fare, almeno l'assicuro che nessun desiderio sarà ne' miei pensieri più caldo in alcun tempo, e più vivo, che quello di potere con verace prova mostrarmi a Vostra Altezza servo grato dell'affezione e protezione tenuta verso di tutti noi, e de' benefizi così grandi e frequenti ricevuti successivamente dalla sua serenissima casa; de' quali, poi che da me non si può altrimenti, pregherò nostro Signore Dio, che per la immensa sua liberalità pigli sopra di sé questo gran debito, ed in mia vece gli renda nobilissimo ed altissimo merito, prosperandola, e multiplicando le sue felicità ogni dì maggiormente, conservandola in vita sì, che avanzi tutte le più bastate vite. Con che, basciandoli la veste, gli fo umilmente reverenza.

Di Firenze li 15 di Agosto 1588.

Di Vostra Altezza Serenissima
Umilissimo e Devotissimo Servo
Il Cavaliere Giorgio Vasari

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