Introduzione alle tre arti del disegno. Architettura. Cap. IV * teoriche *

Cap. IIII. Del fare le volte di getto che vengano intagliate quando si disarmino, e d'impastar lo stucco.

Quando le mura son arrivate al termine che le volte s'abbino a voltare o di mattoni o di tufi o di spugna, bisogna, sopra l'armadura de' correnti o piane, voltare di tavole in cerchio serrato, che commettino secondo la forma della volta o a schifo; e l'armadura della volta in quel modo che si vuole con bonissimi puntelli fermare, ché la materia di sopra del peso non la sforzi, e dapoi saldissimamente turare ogni pertugio nel mezzo, ne' cantoni e per tutto con terra, acciò che la mistura non coli sotto quando si getta. E così armata, sopra quel piano di tavole si fanno casse di legno che in contrario siano lavorate, dove un cavo, rilievo; e così le cornici e i membri che far ci vogliamo siano in contrario, acciò quando la materia si getta venga, dov'è cavo, di rilievo, e dove è rilievo, cavo; e così similmente vogliono essere tutti i membri delle cornici al contrario scorniciati. Se si vuol fare pulita o intagliata, medesimamente è necessario aver forme di legno che formino di terra le cose intagliate in cavo, e si faccin d'essa terra le piastre quadre di tali intagli, e quelle si commettino l'una all'altra su' piani o gola o fregi che far si vogliono, diritto per quella armadura. E finita di coprir tutta degli intagli di terra formati in cavo e commessi già di sopra detti, si debbe poi pigliare la calce con pozzolana o rena vagliata sottile, stemperata liquida et alquanto grassa, e di quella fare egualmente una incrostatura per tutte finché tutte le forme sian piene. Et appresso, sopra coi mattoni far la volta, alzando quegli et abbassando secondo che la volta gira, e di continuo si conduca con essi crescendo sino ch'ella sia serrata. E finita tal cosa, si debbe poi lasciare fare presa et assodare finché tale opra sia ferma e secca. E dapoi, quando i puntelli si levano e la volta si disarma, facilmente la terra si leva e tutta l'opera resta intagliata e lavorata come se di stucco fosse condotta, e quelle parti che non son venute si vanno con lo stucco ristaurando, tanto che si riducano a fine. E così si sono condotte negli edifici antichi tutte l'opre, le quali hanno poi di stucco lavorate sopra a quelle. Così hanno ancora oggi fatto i moderni nelle volte di S. Pietro, e molti altri maestri per tutta Italia. Ora, volendo mostrare come lo stucco s'impasti, si fa con un edificio in uno mortaio di pietra pestare la scaglia di marmo, né si toglie per quell[o] altro che la calce che sia bianca, fatta o di scaglia di marmo o di trevertino; et in cambio di rena si piglia il marmo pesto e si staccia sottilmente et impastasi con la calce, mettendo due terzi calce et un terzo marmo pesto, e se ne fa del più grosso e sottile, secondo che si vuol lavorare grossamente o sottilmente. E degli stucchi ci basti or questo, perché il restante si dirà poi, dove si tratterà del mettergli in opra tra le cose della scultura. Alla quale prima che noi passiamo, diremo brevemente delle fontane che si fanno per le mura e degli ornamenti varii di quelle.

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