Cap. VII
Come si ha a conoscere uno edificio proporzionato bene, e che parti generalmente se li convengono.
Ma perché il ragionare delle cose particulari mi farebbe deviar trop[p]o dal mio proposito, lasciata questa minuta considerazione agli scrittori della architettura, dirò solamente in universale come si conoscano le buone fabriche e quello che si convenga alla forma loro per essere insieme et utili e belle. Quando s'arriva dunque a uno edificio, chi volesse vedere s'egli è stato ordinato da uno architettore eccellente e quanta maestria egli ha avuto, e sapere s'egli ha saputo accomodarsi al sito e alla voluntà di chi l'ha fatto fabricare, egli ha a considerare tutte queste parti: in prima, che chi lo ha levato dal fundamento pensi se quel luogo era disposto e capace a ricevere quella qualità e quantità di ordinazione - così nello spartimento delle stanze come negli ornamenti- che per le mura comporta quel sito, o stretto o largo o alto o basso, purché sia spartito con grandissima commesurazione, dispensando e dando la qualità e quantità di colonne, finestre, porte e riscontri delle facce fuori e dentro, nelle altezze o grossezze de' muri o in tutto quello che c'intervenga a luogo per luogo. È di necessità che si distribuischino per lo edificio le stanze ch'abbino le lor corrispondenzie di porte, finestre, camini, scale segrete, anticamere, destri, scrittoi, senza che vi si vegga errori, come sarìa una sala grande, un portico picciolo e le stanze minori; le quali, per esser membra dello edificio, è di necessità ch'elle siano, come i corpi umani, egualmente ordinate e distribuite secondo le qualità e varietà di fabriche, come tempii tondi, [in] otto facce, in sei facce, in croce e quadri, e gli ordini varii secondo chi et i gradi che si trova chi le fa fabricare; perciò che, quando son disegnati da mano che abbia giudicio con bella maniera, mostrano l'eccellenza dello artefice e lo animo dello auttor della fabrica. Perciò figureremo, per meglio essere intesi, un palazzo qui di sotto, e questo ne darà lume agli altri edifici per modo di poter conoscere, quando si vede, se è ben formato o no. In prima chi considererà la facciata dinanzi, lo vedrà levato da terra o in su ordine di scalèe o di muricciuoli, tanto che quello sfogo lo faccia uscir di terra con grandezza e serva che le cucine o cantine sottoterra siano più vive di lumi e più alte di sfogo, che molto serve et ad abitarvi come e per terremoti et altri casi di fortuna. Bisogna che rappresenti il corpo dell'uomo in tutto e le parti ciascuna simile, che per avere come l'uomo a temere i venti, l'acque e l'altre cose della natura, così egli sia fognato con ismaltitoi che tutti rispondino a un centro che porti via tutte insieme le bruttezze e i puzzi che gli possano generare infermità. Per l'aspetto suo primo la facciata vuole avere decoro e maestà et essere compartita come la faccia dell'uomo: la porta da basso e in mezzo, così come nella testa ha l'uomo la bocca donde nel corpo passa ogni sorte di alimento; le finestre, per gli occhi, una di qua e l'altra di là, servando sempre parità, che non si faccia se non tanto di qua quanto di là negli ornamenti o d'archi o colonne o pilastri o nicchie o finestre inginocchiate overo ogni sorte di ornamento, con le misure et ordini che già s'è ragionato, o dorici o ionici o corinti o toscani. Sia il suo cornicione che regge il tetto fatto con proporzione della facciata, secondo ch'egli è grande, e che l'acqua non bagni la facciata e chi sta nella strada a sedere; sia di spòrto secondo la proporzione dell'altezza e della larghezza di quella facciata. Entrando dentro, nel primo ricetto sia magnifico et unitamente corrisponda all'appic[c]atura della gola; ove si passa e' sia svelto e largo, acciò che le strette o de' cavalli o d'altre calche che sempre v'intervengono non faccino danno a lor medesimi nell'entrata o di feste o d'altre allegrezze. Il cortile, figurato per il corpo, sia quadro et uguale, overo un quadro e mezzo come tutte le parti del corpo, e sia ordinato di porte e di parità di stanze dentro con belli ornamenti. Vogliono le scale publiche esser commode e dolci al salire, perché quando son ripide rompono le gambe. E questo membro è più difficile a porsi nelle fabriche, e per essere il più frequentato che sia e più commune avviene spesso che, per salvar le stanze, le guastiamo. E bisogna che le sale con le stanze di sotto faccino uno appartamento commune per la state, e diversamente le camere per più persone; e sopra vi sia salotti, sale e diversi appartamenti di stanze che rispondino sempre nella maggiore; e così faccino le cucine e le altre stanze, ché, quando non ci fosse quest'ordine et avesse il componimento spezzato et una cosa alta e l'altra bassa e chi grande e chi picciola, rappresenterebbe uomini zoppi, travolti, biechi e storpiati; le quali opre fanno che si riceve biasimo e non lode alcuna. Debbono i componimenti, dove s'ornano le facce o fuori o dentro, aver corrispondenza del seguitar gli ordini loro nelle colonne, che i fusi di quelle non siano lunghi o sottili o grossi o corti, servando sempre il decoro degli ordini suoi; né si debbe a una colonna sottile metter capitel grosso né base simili, ma secondo il corpo le membra, le quali abbino leggiadra e bella maniera e disegno. E queste cose son più conosciute da uno occhio buono, il quale, se ha giudizio, si può tenere il vero compasso e la istessa misura, perché da quello saranno lodate le cose e biasimate. E tanto basti aver detto generalmente dell'architettura, perché il parlarne in altra maniera non è cosa da questo luogo.