MICHELE AGNOLO
Sanese Ancora che molti, perduti in aiutare altrui, consumino il tempo e da loro poche opera si piglino o conducano a fine, non per questo, quando si conosce l'animo pieno di virtù, si toglie nulla alla bontà loro né si scema del lor valore sì che e' non siano eccellenti e chiari in quelle arti che elli hanno fare, perché il Cielo, che ha ordinato che e' venghin tali, ha ordinato ancora il tempo et il luogo, dove e quando debbino mostrarsi. Per questa cagione Michele Agnolo Sanese, assai tempo che lavorò, lo consumò in Schiavonia con altri maestri nella scultura, et alla fine venuto a Roma, per alcun tempo vi fece il medesimo. Avvenne che Baldassarre Perucci pittor sanese era domestico del cardinale Hincfort, creato da papa Adriano, il quale nella morte di quel Pontefice, volendogli mostrare alcuna gratitudine dell'amore che sempre gli portò della dignità da lui avuta, gli fece fare in Santa Maria de Anima, chiesa de' Tedeschi in Roma, una sepoltura di marmo. Per il che a Baldassarre, come più valente, fu data la cura del disegno per l'architettura di detta opera, che di marmo dovea farsi; il quale, come amico di Michele Agnolo, gli mise animo che pigliasse tal cosa: laonde Michele Agnolo inanimito prese il lavoro, e continuando, tra le fatiche sue et i disegni di Baldassarre e lo aiuto di molti, felicemente lo condusse. Lavorò molte cose che in tale opera sono il Tribolo fiorentino, allora giovane, le quali fra tutte furono stimate le migliori. E perché Michele Agnolo con sottilissima diligenza lavorò minutamente tale opera, è tenuta perciò de le figure, che piccole sono, lavoro molto lodato, avvengaché vi sono, fra l'altre cose bellissime, pietre mischie con grandissima pulitezza lustrate, e le commettiture di tale opera con sommo amore et accuratezza murate. Laonde fu primieramente dal cardinale alle fatiche sue donato giusto et onorato premio, et obligo infinito gli portò mentre visse, attesoché questa sepoltura non ha dato minor fama alla gratitudine del cardinale, che alle fatiche di Michele Agnolo si facesse nome in vita e dopo la morte. Fu posto in opera tal cosa poco dopo la morte di Adriano, né dopo molto tempo passò Michele Agnolo di questa all'altra vita, d'età d'anni cinquanta incirca.