LORENZO DI CREDI pittor fiorentino
Sforzasi la natura donare ad alcuni il medesimo amore nelle loro azzioni ch'ella suole usar nelle piante e nelle altre sue creature, che con infinita diligenzia diligentemente conduce al desiderato fine: e chi mira le stravaganzie dell'erbe, l'artificio e la diligenzia con che la natura di continovo le mantiene, e con che arte et amorevolezza le conduce al fiorire e al far frutto, non stupirà nel vedere l'opre di Lorenzo di Credi pittore, finite da lui con infinitissima pazienzia. Era costui persona certo diligentissima e pulitissima nell'opre ch'e' fece quanto nessuno altro che in Fiorenza sia stato per lo adietro. Fu compagno, caro amico e molto dimestico di Lionardo da Vinci, che insieme, sotto Andrea del Verrocchio, lungo tempo impararono l'arte. Vedesi il lavorare a olio di Lorenzo essere stato cagione che la pulitezza del tenere i colori e del purgare gli olii coi quali lavorava le pitture, le fanno parere men vecchie che quelle degli altri più pratichi i quali furono al tempo suo; come ne fa fede in Cestello una tavola dentrovi una Nostra Donna, San Giuliano e San Niccolò: cosa incredibile a vedere l'amore che Lorenzo in questa opera mostrò portare all'arte, per l'infinita diligenza che usò in quella. Lavorò in sua giovenezza in Orto San Michele, in un pilastro, un San Bartolomeo. Alle monache di Santa Chiara in Fiorenza dipinse una tavola della Natività di Cristo con alcuni pastori et Angeli, dove spese grandissimo tempo in fare erbe contraffatte dal vivo, e similmente nell'altre figure mise tempo e fatica straordinaria. Nel medesimo luogo è il quadro d'una Maddalena in penitenzia, et un altro quadro appresso. In casa messer Ottaviano de' Medici fece un tondo d'una Nostra Donna; e per molte altre case di cittadini, tondi di Nostra Donna et alcuni lavori. In S. Friano fece una tavola, et in S. Matteo dell'ospedal di Lemmo lavorò alcune figure; in Santa Reparata un quadro dell'Angelo Michele; e per Fiorenza fece molte altre pitture, come la tavola della Compagnia dello Scalzo fatta con la solita diligenzia. Per il che Lorenzo, che di patrimonio e di guadagno alcuna cosa s'avea messo da canto, non curandosi molto di lavorare, si comesse in Santa Maria Nuova di Fiorenza, traendone la stanza e de vivere tanto che fin alla morte gli poteva bastare. Laonde datosi alle cose di fra' Girolamo, si trattenne continovamente come uomo onesto e di buona vita. Era molto amorevole verso gli artefici, e sempre che poteva giovarli nelle occorrenzie, lo faceva molto volentieri. E finalmente venuto già in età d'anni LXXVIII, si morì di vecchiezza, e fu sepellito in San Pier Maggiore l'anno MDXXX. Fu tanto finito e pulito ne' suoi lavori, che ogni altra pittura a comparazione di quelli parrà sempre abbozzata e poco netta. Laonde meritamente gli fu fatto questo epigramma: ASPICIS UT NITEANT INDUCTO PICTA COLORE ET COMPLETA MANU PROTINUS ARTIFICIS. QUICQUID INEST OPERI INSIGNI CANDORIS ET ARTIS LAURENTI EXCELLENS CONTULIT INGENIUM. Lasciò molti discepoli, e fra gli altri Giovan Antonio Sogliani e Tommaso di Stefano fiorentini, i quali di pulitezza e di diligenzia lo hanno sempre molto imitato.