GHERARDO miniator fiorentino
Veramente che di tutte le cose perpetue che si fanno con colori, nessuna più resta alle percosse de' venti e dell'acque che ‘l musaico. E bene lo conobbe in Fiorenza ne' tempi suoi Lorenzo Vecchio de' Medici, il quale, come persona di spirito e speculatore delle memorie antiche, cercò di rimettere in uso quel che molti anni s'era tenuto ascoso; e perché grandemente si dilettava de le pitture e de le sculture, non potette non dilettarsi ancora del musaico. Laonde veggendo che Gherardo miniatore, allora cervello sofistico, cercava le difficultà di tal magistero, come persona che sempre aiutò chi ne aveva bisogno lo favorì grandemente; e messolo in compagnia di Domenico del Ghirlandaio, gli fece fare dagli Operai di Santa Maria del Fiore allogazione de le cappelle delle crociere, onde per la prima gli fece allogare quella del Sacramento dove è il corpo di S. Zanobi. Per il che Gherardo, assottigliando l'ingegno, arebbe fatto con Domenico mirabilissime cose, se la morte non vi si fusse interposta. Era Gherardo gentilissimo miniatore, e fece ancora figure grandi in muro, e fuor della Porta alla Croce un tabernacolo in fresco; fece ancora un altro tabernacolo in Fiorenza a sommo della via Larga molto lodato, e nel la facciata della chiesa di San Gilio a Santa Maria Nuova dipinse la consagrazione di quella chiesa per il Papa. E quivi miniò una infinità di libri, et insieme con quegli ne fece per Santa Maria del Fiore di Fiorenza, e fuora per il re Mattia de Ungheria alcuni altri; per che accresciuto d'animo, di miniatore diventò pittore. Nel musaico fu concorrente e compagno di Domenico Ghirlandai, e quello molto ben lavorò. Fece una testa di S. Lorenzo a concorrenza di Domenico, e così cominciò il musaico, nel quale molto tempo spese a ritrovare i segreti; perciò Lorenzo fece loro ordinare continua provisione, acciò in quel luogo si lavorasse sempre. Ma tale impedimento a quella opra diede la morte di Lorenzo, che il lavoro si rimase imperfetto; e Gherardo quasi per lo dolore passò di questa vita nella età d'anni LXIII. Furono le sue fatiche fatte l'anno MCCCCLXVIII.