UGOLINO pittor sanese
Fu felicissima l'età di Giotto per tutti coloro che dipingevano, perché in quella i popoli tirati dalla novità e dalla vaghezza dell'arte che già era ridotta dagli artefici in maggior grado, avendo le Religioni di San Domenico e di San Francesco finito di fabricare le muraglie de' conventi e delle chiese loro et in quelle predicando del continovo, tiravano con le predicazioni a la cristiana fede et a la buona vita i cuori indurati nelle male opere e quegli esortavano ad onorare i Santi di Gesù, di sorte che ogni dì si fabricavano cappelle e dagli idioti sifacevano dipignere per desiderio di giugnere in paradiso: e così costoro col muovere gl'intelletti ignoranti degli uomini, acomodavano le chiese loro con bellissimo ornamento. Per questo Ugolino sanese pittore fece moltissime tavole et infinite cappelle per tutta Italia, tenendo ancora gran parte della maniera greca come già vecchio in essa, et ancora che fosse venuto Giotto, nondimeno aveva come caparbio e duro la maniera di Cimabue in grandissima venerazione più che quella che usò Giotto; come nell'opere di Ugolino fanno fede in Siena le tavole lavorate da lui, e similmente in Fiorenza la tavola di Santa Croce allo altar maggiore in campo tutto d'oro, et in Santa Maria Novella un'altra tavola della medesima maniera, che già molti anni stette a lo altare della cappella maggiore et oggi è posta nel Capitolo e data alla nazione spagnuola per far quivi la festa di Santo Iacopo. Dipinse costui molte tavole grandi per la Italia, e di queste la maggior parte a la foggia medesima, e molte ancora fuori de la Italia, finite tutte con bella pratica senza uscire però punto de la maniera del suo maestro. E di queste non farò io memoria particulare, per esser costui uno di que' maestri che si tenne sempre al modo de' vecchi. Basti che egli ne acquistò buone facultà e che, divenuto vecchissimo, potette ben sostentarsi et aiutarsi con esse negli incommodi che apporta seco il più delle volte la età decrepita; e che arrivato a quel termine senza avere avuti dispiaceri di importanza nella sua professione, passò finalmente di questa vita l'anno MCCCXXXIX. E fu sepolto in Siena con questo epitaffio: PICTOR DIVINUS IACET HOC SUB SAXO UGOLINUS CUI DEUS AETERNAM TRIBUAT VITAMQUE SUPERNAM.